Emergenza case, piano in 3 fasi per sistemare single e coppie

(di Romana Scopano, da ilCentro.it)

Un piano in tre fasi per affrontare l’emergenza alloggi. Il sindaco Massimo Cialente chiama a tavolino Regione, Protezione civile e Prefettura, per «dare una casa a chi ancora l’aspetta». E torna a sollecitare una legge speciale per la ricostruzione della citta’. Ma Guido Bertolaso boccia subito l’idea.  

Ci sono ancora 150 coppie e circa 600 single rimasti senza alloggio. poi c’e’ il popolo delle case B e C: le ditte che stanno eseguendo i lavori devono essere pagate, in modo da chiudere al più presto i cantieri, e far rientrare nelle proprie abitazioni migliaia di cittadini attualmente in affitto, in autonoma sistemazione o in albergo. Urgente anche avviare gli interventi nell’edilizia residenziale pubblica. Il vicecommissario sta pensando ad un vero e proprio piano che, con la necessaria copertura finanziaria, potrebbe evitare la realizzazione degli altri 500 Map che invoca da tempo.  

PIANO ALLOGGI. «Ho scritto al commissario straordinario Chiodi, al capo della Protezione civile Bertolaso e al prefetto Iurato», dice il sindaco, «chiedendo di ragionare insieme su una serie di proposte. Si deve lavorare su tre direzioni. Intanto mettere subito mano alla ricostruzione dell’edilizia residenziale pubblica, con lo stesso sistema usato per il piano scuole, cioe’ cantiere aperti 24 ore su 24. Sono arrivati 22 milioni di euro, si può partire. Un’altra strada da percorrere e’ recuperare il ritardo accumulato sulle verifiche alle case F, quelle in cui non si può rientrare per pericolo esterno. In tempi rapidi, e mettendo in sicurezza gli edifici adiacenti, si potrebbero recuperare tante abitazioni, soprattutto nei centri storici. Infine, una campagna affitti da parte del Comune: si potrebbero affittare per un anno, massimo 18 mesi, appartamenti da dare ai single. Si spenderebbero 10-12mila euro all’anno, invece dei 40mila necessari per un Map.

LEGGE SPECIALE. «La ricostruzione dell’Aquila», rimarca Cialente, «necessita assolutamente di una legge organica, in analogia con quanto avvenuto a seguito di altre catastrofi naturali, anche meno gravi della nostra. La mancanza di una legge ad hoc sta provocando rallentamenti insostenibili, che e’ ormai stucchevole ricondurre ad una presunta carenza di iniziative da parte degli enti locali. Basti pensare al ritardo di oltre tre mesi per ottenere la firma di un?ordinanza per le linee guida relative alle abitazioni crollate o gravemente danneggiate (categoria E) o al problema riguardo le modalita’ di finanziamento per la ricostruzione di edifici che richiedono somme superiori al milione di euro. Il fatto che ancora non si faccia chiarezza per capire se trattasi di indennizzi o contributi, che richiederebbero pertanto gare pubbliche, sta impedendo a centinaia e centinaia di aquilani di presentare progetti». Immediata la replica di Guido Bertolaso da Montesilvano: «Quando non si sa come risolvere problemi pratici, ci si inventa una legge».

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