Il terremoto de L’Aquila: la faglia di Paganica (intervista video)

Intervista a Daniela Pantosti, 8 aprile 2010. Quali sono stati gli effetti del terremoto de L’Aquila sull’ambiente naturale? Il lavoro del gruppo Emergeo. Quali ricerche geologiche sono state avviate per comprendere meglio la faglia responsabile del terremoto del 6 aprile?

Trascrizione dell’intervista
La mattina stessa del terremoto de L’Aquila del 6 aprile le squadre del Gruppo EMERGEO si sono recate in area epicentrale per rilevare gli effetti sull’ambiente naturale prodotti dal terremoto.
EMERGEO: un gruppo di lavoro INGV che ha come scopo il rilievo geologico in caso di evento sismico (http://www.ingv.it/real-time-monitoring/emergeo)
In questa mappa oltre alle tracce delle faglie che vediamo qui riportate in nero vedete questi cerchietti colorati che rappresentano tutti i punti di osservazione degli effetti naturali prodotti dal terremoto.
Gli effetti più comuni erano quelli legati comunque alla accelerazione del suolo prodotta dal terremoto come frane, caduta massi, e scoscendimenti in zone alluvionali e pianeggianti.
Molto frequente e’ stata anche l’osservazione di fratture, come questa in questo campo agricolo con una componente del movimento sia verticale che un’apertura.
Molto spesso queste fratture interessavano anche manufatti chiaramente strade asfaltate e/o anche l’interno di abitazioni, giardini, muretti di recinzione.
Le fratture avevano la caratteristica di essere allineate lungo elementi tettonici preesistenti.

La faglia di Paganica
In particolare quelli riportati qui in rosso lungo la faglia di Paganica sono quelli che consideriamo l’espressione in superficie della deformazione prodotta in profondita’ dal terremoto.
Qui in particolare vediamo la zona dove le fratture lungo la faglia di Paganica sono le più evidenti e sono quelle che sono considerate direttamente legate al piano in profondita’. E in questo piccolo blocco – diagramma potete vedere come, in modo molto schematico, il piano di faglia che raggiunge la superficie praticamente corrisponda nella parte superficiale alle rotture della faglia di Paganica.
Nei mesi successivi al terremoto gli studi geologici si sono concentrati alla caratterizzazione e mappatura di dettaglio delle faglie che caratterizzano la zona epicentrale, ed in particolare la faglia di Paganica.
Questo perché abbiamo visto quanto, sia per il rischio di fagliazione superficiale che per dare un contributo più importante agli studi di pericolosita’ sismica, sia importante la conoscenza delle faglie attive.

Alla ricerca dei terremoti del passato: gli scavi paleosismologici
Questi studi vengono anche supportati da indagini paleosismologiche. In pratica si cerca  geologicamente di riconoscere le evidenze di terremoti del passato che hanno prodotto come nel 2009 delle rotture in superficie come questa.
Questo e’ un caso molto bello in cui potete vedere che la rottura in superficie, quindi la frattura lungo la faglia di Paganica, corrisponde in profondita’ con una faglia geologica che mette a contatto queste brecce bianche con dei depositi olocenici, quindi di circa 10.000 anni, più scuri, più organici.
In questo altro scavo invece, i depositi sono di natura diversa, hanno una matrice organica e la traccia del piano di faglia al di sotto delle rotture del 2009 che sono rappresentate da questo piccolo scalino sono sicuramente più difficili da vedere.
Ma se si seguono questi contatti tra un tacco e l’altro, quindi la linea verde e la linea gialla ed il blu, si può notare che questi contatti mostrano un incremento con l’eta’ del ribassamento di questo settore a destra rispetto quello a sinistra.
Un’analisi attenta di tutti i depositi e dei rapporti strutturali ci ha permesso di riconoscere ben 5 eventi compreso il 2009.
La datazione con radiocarbonio e con dei frammenti di ceramica di epoca storica ci ha permesso anche di datare, quindi dare un’eta’, ad ognuno di questi tacchi.
Queste informazioni ci hanno permesso di ricostruire – diciamo – una storia sismica di questa faglia, ed in particolare 5 eventi di cui in particolare il 2009 e’ il più recente, il 1461 e’ molto probabilmente l’evento precedente, e poi altri 3 eventi più antichi.
Quello da notare e’ che gli eventi – questo e’ il ribassamento verticale di ogni evento – sono tutti di entita’ molto simili al 2009 e anche la loro spaziatura nel tempo sembra abbastanza regolare quindi dell’ordine dei 500 – 800 anni.
Queste informazioni sono molto importanti per gli studi di pericolosita’ sismica.

Articolo dal sito INGV (http://www.ingv.it)