Nuovi crolli a Paganica

da www.ilcentro.it
L’avevano detto in tanti. L’inverno, nei centri storici, fara’ più danni del terremoto. Ieri a Paganica e’ crollato il muro di un’abitazione che si trova a due passi dalla piazza principale.
L’allarme e’ stato dato dal presidente della circoscrizione Ugo De Paulis che ha subito chiesto l’intervento di vigili del fuoco, carabinieri e vigili urbani. Il crollo del muro esterno di una delle abitazioni che fanno da cornice alla piazza principale del paese e alla chiesa parrocchiale, rende ancora più precaria una situazione di degrado e abbandono che a Paganica e’ forse più evidente che in altri centri storici dell’Aquilano. Pochissimi sono stati finora i puntellamenti tanto che la zona rossa e’ rimasta la stessa delimitata dopo il sei aprile. Persino il torrione del palazzo ducale – che da’ sulla piazza e presenta evidenti lesioni – non e’ stato messo in sicurezza.
Quello che fino al 5 aprile era il cuore pulsante di Paganica con i suoi negozi e i luoghi della fede, della storia e della tradizione oggi e’ un posto dove regnano silenzio, macerie, tavolati sistemati alla meglio, pezzi di tubi di ferro e qua e la’ anche immondizia. Il presidente della circoscrizione ha sollecitato un «tavolo» coordinato dalla prefettura per fare il punto della situazione e cercare di cominciare a ridurre laddove possibile la zona rossa. De Paulis lamenta poi «l’assoluta latitanza del Comune anche per quanto riguarda la funzionalita’ degli uffici della delegazione municipale». E in effetti e’ paradossale che in 9 mesi non si sia riusciti a attivare un collegamento telematico con il container che ospita l’ufficio, collegamento in grado di consentire almeno il rilascio dei certificati anagrafici.
Il degrado e l’abbandono del centro storico di Paganica comporta anche un altro rischio come sottolinea Raffaele Alloggia che proprio in questi giorni sta raccogliendo foto e memorie del paese per una prossima pubblicazione. «Sono molte le voci di cittadini» dice Alloggia «che a Paganica in questi giorni si sentono abbandonati a se stessi per i tanti, anche se comuni, problemi che vivono, così come molte ormai sono le voci di rigurgiti di autonomia comunale.
Negli anni novanta durante l’amministrazione Centi, l’associazione culturale il Moro, chiese ed ottenne dallo stesso sindaco il benestare inteso a creare un’area museale all’interno del Palazzo Ducale, molti cittadini per quella iniziativa sarebbero stati disponibili a donare quegli oggetti ereditati dai loro padri e con i quali loro stessi avevano sudato per raccoglierne i frutti della terra. Il progetto rimase tale anche perché successivamente, dall’amministrazione Tempesta, fu data una concessione per il palazzo ducale per 20 anni alla Provincia per tutt’altro progetto. Certamente oggi quegli oggetti appartenuti da secoli alla nostra cultura contadina, che e’ stata da millenni la più comune forma di vita degli uomini, si sarebbero salvati visti i pochi danni che il palazzo ha subito. Oggi invece molti di quegli oggetti sono rimasti sotto le macerie delle nostre cantine nei stretti vicoli nel centro storico. Certo, non tutte le case sono crollate, occorre quindi da parte dei legittimi proprietari, con l’aiuto dei vigili del fuoco, recuperare tutto ciò che e’ possibile prima che le ruspe inizino l’ opera di abbattimento».

Giustino Parisse