Come anticipato nei giorni scorsi, abbiamo raggiunto telefonicamente Gaetano De Luca ed in seguito proposto un’intervista telematica, prendendo spunto anche dalle richieste che ci sono arrivate nei giorni scorsi. Dati personali |
Ringraziamo il Dr. De Luca per questa non breve intervista.
D. Ciao Gaetano, dov’eri il 6 Aprile 2009 alle 3.32 ?
R. Domanda “tendenziosa”…
Ero a casa (Genzano di Sassa) con moglie, 5 figli e 3 anziani.
I terremoti NON si prevedono e quindi non potendo prevedere terremoti non ho dormito in tenda o in macchina e non sono scappato né prima, né durante, né dopo.
D. Quali attivita’ hai personalmente svolto dal 6 aprile relativamente al sisma dell’Aquila.
R. Il 6 ed il 7 ho “gestito la famiglia” … l’8 sono tornato in ufficio (laboratori nazionali del Gran Sasso) ad Assergi per vedere i disastri nel mio ufficio e soprattutto per visionare lo “stato di forma” del sistema di acquisizione della rete di monitoraggio sismico a scala regionale (diciotto stazioni digitali con comunicazione via GSM/GPRS).
La famiglia e’ forzatamente emigrata a Roma (una settimana), poi a Vasto (4 mesi) ed adesso a Pescasseroli.
Dall’otto aprile sono operativo H24 nel tenere in piena efficienza sia la rete sismica regionale (oltre 30.000 eventi registrati in 18 stazioni, fino ad ora) sia soprattutto la rete sismica nazionale (22 stazioni presenti nel territorio di mia competenza).
Ho dormito in auto per circa tre mesi (da aprile a giugno).
D. Quali sono le conclusioni principali, di pubblico interesse, che puoi al momento trarre dalle analisi eseguite.
R. Conclusioni ?
Siamo in sequenza e se non passano almeno un altro paio di mesi e’ veramente difficile parlare di conclusioni.
C’e’ inoltre da dire che sono un fisico-sismologo sperimentale e che quindi ‘amo’ la sismologia quantitativa che necessita di tempo ed analisi accurate.
Sul sito www.ingv.it ci sono pagine dedicate ad analisi preliminari della sequenza.
Ogni commento oggi e’ inutile, ma per conoscerti meglio vorrei ricordare ai lettori alcuni fatti del passato.
D. In un articolo del Il Messaggero del 18 aprile 2009 (ed. abruzzese), si cita una stazione accelerometrica installata nella galleria pedonale Collemaggio-Piazza Duomo (che collega il terminal degli autobus con il centro storico della citta’).
Tale stazione avrebbe registrato il terremoto di Campotosto del 20 ottobre 1996 e registrato lo straordinario fattore di accelerazione del sottosuolo aquilano.
Da qui l’iniziativa tua e del Prof. Roberto Scarpa (attualmente docente di sismologia a Salerno, prima era a L’Aquila) di installare altre 3 stazioni sismiche (molto più sensibili), una vicino alla stazione esistente, una in Via Cascina, un’altra gia’ presente nel convento di S. Giuliano.
L’anno successivo, le stazioni rilevarono anche il terremoto di Umbria e Marche. Il professor Scarpa avrebbe commentato “Mai visto nulla di simile, neppure in Irpinia nel 1980”.
R. Vero, anche se purtroppo il Prof. Scarpa prese le distanze da questa mia iniziativa. Non ne conosco i motivi veri, probabilmente sarebbero venuti meno i finanziamenti dall’ex servizio sismico nazionale, poco meno di 200.000 annui (in LIRE).
D. Cosa puoi dirci dell’articolo su Il Centro del 25.11.1999.
Sappiamo che hai avuto qualche “problema” con i tuoi superiori in seguito a questo articolo, che sembra solo la Provincia prese per breve tempo in considerazione.
R. Ho indicato che, oltre alla presenza di una forte pericolosita’ sismica ed una vulnerabilita’ degli edifici del centro storico (Rischio=pericolosita’ x vulnerabilita’), vi era’ da considerare un’amplificazione degli effetti del terremoto di un fattore 10…e che quindi bisognava pensare subito a mettere in sicurezza quello che si poteva, prima si iniziava prima si sarebbe finito.
Il problema con i miei supeiori e’ che mi hanno semplicemente censurato e messo all’angolo come un pugile battuto per ko tecnico, senza aver visto l’avversario.
La provincia prese in considerazione una richiesta di finanziamento ad un progetto semplicemente perché non aveva capito assolutamente nulla del progetto e chiedeva una “traduzione tecnica”…il comune e la regione all’epoca furono a dir poco latitanti.
D. Nel 2005 hai scritto, come autore principale, l’articolo sul “Bulletin of the Seismological Society of America”, dal titolo “Evidence of Low-Frequency Amplification in the City of L’Aquila, Central Italy, through a Multidisciplinary Approach Including Strong- and Weak- Motion Data, Ambient Noise, and Numerical Modeling“.
Quali commenti ulteriori ti senti di fare ?
R. Si, tale articolo e’ il faticoso lavoro di oltre 5 anni, sui dati accumulati dal 1996 al 1999, pubblicato sulla migliore rivista mondiale del settore.
Commenti ?
Cito una legge di Murphy:
“Il progresso scientifico e’ inversamente proporzionale alla quantita’ di articoli pubblicati”
– non e’ servito a nulla pubblicare questo lavoro
– non e’ servito a sensibilizzare la politica
– non e’ servito a sensibilizzare i vertici ‘tecnici’
– non e’ servito a sensibilizzare
– non e’ servito…
– e’ servito solo a rendere più amari questi giorni !
D. Ci daresti una spiegazione sintetica degli studi eseguiti e citati in questi articoli, per conoscere meglio la composizione del sottosuolo aquilano ed i fattori di rischio terremoti ad esso associati.
R. Effettuare misure di microzonazione sismica serve a evidenziare eventuali amplificazioni del terreno a frequenze ben determinate e quindi associare tali amplificazioni alla geologia del terreno, e quindi progettare evenutalmente le case in funzione di tali risultati … oggi si fa il contrario !
D. Faglie attive: a volte sembra di assistere ad un “balletto” di eventi sismici fra una faglia (o una zona sismica) e le contigue, come se uno spostamento su una attivasse in successione le altre, aumentando gli effetti ed i tempi necessari a raggiungere una “tranquillita’” sismica del territorio.
Esiste effettivamente questa stretta correlazione ?
R. Dopo un 6.3 in un’area dove vi e’ una presenza numerosa di strutture (faglie) sismogeniche, sarebbe a dir poco anomalo non osservare il “balletto”.
In tre giorni si sono attivate pesantemente (eventi > di 5) tre strutture…adesso la sismicita’ e’ distribuita intorno a questre tre strutture, che stanno continuando a rilasciare eventi. La deformazione causata da un 6.3 viaggia ad una velocita’ di qualche Km ogni settimana, circa (ancora nessuno lo ha mai misurato sperimentalmente durante una sequenza sismica). Quindi, se dopo due mesi si attivano strutture lontane (Reatino ad esempio) e’ perché e’ arrivata probabilmente la spallata della deformazione.
D. C’e’ un’ordine di importanza sismica delle faglie nell’aquilano ?
R. Assolutamente NO. L’importanza la possono dare gli storici in base ai danni e alle devastazioni di tali strutture nel passato. La struttura del 6.3 non era molto nota…in gergo i geologi parlano di “faglia cieca”, cioe’ non vi era, prima del 6 aprile, una evidenza superficiale.
D. Molti a L’Aquila si aspettano una forte scossa entro settembre, dalla zona Gran Sasso/Campotosto, anche osservando il comportamento dei terremoti passati (come quello del 1703).
R. Perché entro settembre ?
Perché non entro agosto, o ottobre ?
Forse il mago Otelma ha suggerito a qualcuno che nella fine di settembre c’e’ qualche incrocio tra bilancia e vergine con congiunzioni planetarie ed eclissi di Venere ?
Per quanto riguarda il terremoto del 1703 (N.B.: non sono un sismologo storico) c’e’ molta imprecisione nell’utilizzo di questo importante evento. In realta’ sono due, uno il 14 gennaio, e l’altro l’11 Febbraio (entrambi di magnitudo superiore a 6)…basta così, non ci furono eventi impostanti nei mesi successivi.
Per il terremoto attuale, siamo ancora in “sequenza”.
La microsismicita’ e’ abbastanza elevata (decine di eventi al giorno); estremamente bassa se confrontata con quella di due mesi fa, ma estremamente elevata se confrontata con quella di due anni fa.
Adesso non ho idea di cosa può accadere fra 10 minuti, figuriamoci tra un anno…
Ma vi prometto che alla fine di settembre, dopo aver vissuto questo enorme cataclisma che investira’ il pianeta Terra, e se saremo sopravvissuti, mi sbilancerò su cosa possiamo aspettarci nei prossimi mesi (…ma ricordatemi la promessa.)
N.D.R. ci auguriamo di poter ricordare la promessa a fine settembre…ovviamente bilancia, vergine e Venere permettendo…
D. L’INGV produce ed aggiorna le mappe di probabilita’ di eventi sismici sul territorio italiano.
– Quale utilita’ effettiva hanno per gli abitanti nelle zone sismicamente più a rischio ?
– Perché questi dati non sono normalmente forniti, magari online, con frequenza quotidiana, come fatto durante il G8 di Luglio.
R. Non sono a conoscenza di tali mappe di probabilita’, non sono un esperto di statistica e soprattutto, essendo il terremoto un evento NON probabilistico, e’ veramente difficile parlare di probabilita’ che diminuisce o aumenta…le ritengo delle informazioni inutili per gli abitanti delle zone interessate.
D. Molta confusione e dubbi ha creato l’utilizzo, da parte dell’INGV, della magnitudo (Richter) locale piuttosto che quella momento, al punto che molti aquilani si sentono presi in giro quando si parla di sisma di magnitudo 5.8 e non 6.3 (sappiamo che la differenza in pratica fra i due valori e’ molto elevata)
-Perché non utilizzare un unico valore di riferimento ed utilizzare solo quello, come abbiamo peraltro osservato nelle indicazioni di stima provenienti dai siti esteri
R. La magnitudo locale viene calcolata automaticamente dal sistema di acquisizione centralizzato nella sala sismica a Roma. Quando l’evento e’ particolarmente violento (diciamo maggiore di 5) la magnitudo locale comincia a sottostimare … Tale sottostima e’ legata alla definizione stessa di magnitudo locale, in altre parole non si possono utilizzare i segnali di stazioni sismiche locali (vicine al terremoto) poiché i segnali sono saturi e quindi il sistema automaticamente prende la stazione che non ha saturato più vicina alla zona epicentrale e ne calcola la magnitudo locale (anche se la stazione e’ a 200 km di distanza !!!!)
La protezione civile ci chiede una informazione sull’evento (latitudine, longitudine, profondita’ e magnitudo) entro 30 secondi.
La magnitudo momento fornisce una esatta quantificazione energetica dell’evento solo che ci vuole qualche ora prima di avere una prima stima.
Se non ricordo male la prima stima degli americani fu di 6.7 corretta a 6.3 dopo un bel pò di tempo!
Ciò e’ in contrasto con i 30 secondi di prima…
In sintesi il 5.8 e’ formalmente corretto mentre il 6.3 e’ scientificamente corretto.
D. Relativamente ai dati sulle scosse sismiche fornite dall’INGV, quali indicazioni possiamo trarre dalla profondita’ a cui e’ registrato un sisma ? Quali scosse, in base alla profondita’, sono maggiormente avvertite, quali più pericolose o indice di una possibile attivita’ sismica in corso.
R. Sul sito Iside (dell’INGV) ci sono le incertezze sia sulla latitudine/longitudine che sulla profondita’. In generale nell’area in questione abbiamo incertezze che possono variare dal 5 al 20 % sulla profondita’.
A parita’ di magnitudo più e’ lontano l’evento e meno si avverte . Questo e’ vero anche per la profondita’.
La profondita’ degli eventi e’ importante per caratterizzare la sismicita’ dell’area. Noi siamo in presenza di una sismicita’ praticamente quasi tutta concentrata tra qualche km fino a 10-15 km circa.
D. Rifacendoci agli studi sul sottosuolo aquilano, esistono e sono consultabili delle mappe di dettaglio sul rischio sismico a L’Aquila o in Abruzzo, che considerino anche la maggiore amplificazione dell’onda sismica a causa della differente tipologia del terreno ?
R. Non si fanno mappe in base alle amplificazioni esistenti in quanto nessuna le misura.
D. Ci sono zone a L’Aquila dove e’ opportuno non ricostruire (es. Onna,Pettino, centro storico?), o dove vanno presi accorgimenti particolari per le abitazioni ?
R. In generale bisogna costruire decisamente meglio soprattutto in base ad eventuali presenze di risposte di sito con amplificazioni.
E contemporaneamente mettere in sicurezza quello che potrebbe essere polverizzato al prossimo terremoto.
D. Secondo te, sono sufficienti in un territorio come L’Aquila le nuove norme antisismiche entrate in vigore il 1 luglio, ma vecchie gia’ di alcuni anni ?
R. Il problema non e’ la norma ma e’ l’uomo. Dal mio modestissimo punto di vista abolirei le normative antisismiche e darei la responsabilita’ piena all’ingegnere che progetta una struttura sia pubblica che privata.
In altre parole, per fare un esempio con l’applicazione della mia legge personale, i progettisti della nuova facolta’ di Ingegneria dovrebbero spiegare dalla galera tutto quello che e’ successo a Roio e devono essere molto ma molto convincenti…
Quello che dal mio punto di vista e’ importante e’ effettuare una microzonazione sismica molto accurata per vincolare i piani regolatori dei comuni.
D. Il RADON, ovvero le previsioni da parte di Giampaolo Giuliani.
Sul nostro sito stiamo monitorando da un pò di tempo le “previsioni” che Giuliani continua a fornire e le verifiche in base ai dati registrati dall’INGV; fino ad oggi i riscontri non sono stati positivi. Ci atteniamo solo ai fatti “oggettivi”, previsioni e riscontri, in modo asettico e senza interpretazioni di parte.
Perché la comunita’ scientifica non prende seriamente in considerazione gli studi o rilevazioni di Giuliani ?
R. Il radon non e’ un precursore sismico
Semmai un post-cursore … ed e’ gia’ stato dimostrato scientificamente mi sembra almeno venti anni fa con un articolo apparso su ‘Nature’.
Inoltre quando si effettuano misure di radon (essendo un gas!) e’ necessaria e fondamentale una misura accurata di temperatura, umidita’, pressione atmosferica, ecc, ecc del sito.
Le variazioni di radon sono fortemente influenzate dai cambiamenti atmosferici.
Prima di analizzare il dato il grande Galileo ci ha insegnato a misurare.
Conosco lo strumento del sig. Giuliani, e l’unica cosa che posso dire e’ che la misura non e’ affidabile.
D. Il 30 luglio Piero Angela ha mandato in onda, in Super Quark, uno speciale sulla previsione dei terremoti in base al radon, senza nemmeno intervistare Giuliani.
Come valuti questo comportamento da parte di un grande divulgatore scientifico come e’ Piero Angela ?
E’ anch’egli un cospiratore, un “Emilio Fede della divulgazione scientifica” (come indicato in un famoso blog che riporta le interviste a Giuliani ?
R. Galileo ci ha insegnato a misurare … quindi impariamo prima a misurare
Newton ci ha insegnato a calcolare … quindi impariamo prima a calcolare
Raman ci ha insegnato a modellare… quindi impariamo prima a modellare
Dirac ci ha insegnato a prevedere… quindi impariamo prima a prevedere
Dopo tutti questi passaggi si cerca di pubblicare il risultato su una rivista scientifica del settore.
E dopo un pò di pubblicazioni allora forse si può andare a Super Quark.
Il sig. Giuliani sta solo pubblicando scemenze sui giornali di cronaca locale.
Quindi non e’ diverso da chi fa gli oroscopi e poiche’ la gente crede negli oroscopi si continua a fare oroscopi !
D. Sempre relativamente al radon, ritieni che gli studi o rilevazioni di Giuliani possano avere, anche se in un ambito ristretto come il territorio aquilano, una qualche utilita’ previsionale per i terremoti, magari insieme ad altre tecniche elaborate dall’INGV.
R. Non voglio demonizzare il radon. È un gas molto importante nella geofisica, però non e’ un precursore sismico, soprattutto non lo e’ se lo misuriamo come fa il sig. Giuliani
D. Dopo il 6 aprile, e’ cambiato qualcosa nell’INGV, ad esempio in seguito all’enorme errore, se così si può valutare, commesso dalla “Commissioni Grandi Rischi”, il cui verbale del 31 marzo 2009 e’ disponibile sul sito.
R. Non ho la più pallida idea di chi abbia scritto e sottoscritto quel comunicato abbastanza lontano da una corretta informazione scientifica.
Ed in generale in Italia non cambia mai nulla !
D. Dove dormi oggi e dove dormirai fino a settembre ?
R. Tra Pescasseroli, auto e casa (Genzano) ancora inagibile per un paio di comignoli da sistemare, quindi vi e’ una inagibilita’ solo esterna.