Ecco la parte conclusiva della relazione di Franco Barberi e Giuseppe Grandori sulla difesa dai terremoti, presentata al Presidente della Repubblica Pertini e al Senato pochi giorni dopo il terribile sisma del 23 novembre 1980.
Perchè la tragedia della Campania e della Basilicata possa trasformarsi in una lezione positiva occorre che:
- il Paese, a tutti i livelli, dalla classe politica, alle forze sociali, agli organi di informazione, ai singoli cittadini, prenda definitivamente coscienza che i terremoti sono una componente costante della vita nazionale;
- ci si renda conto una volta per tutte che mentre nelle zone colpite dal terremoto del 23 novembre scorso non è ancora superata la fase di emergenza, già siamo in situazione di pre-emergenza in altre zone sismiche del Paese, dove tra pochi mesi o pochi anni il terremoto colpirà ancora;
- si acquisti consapevolezza che è possibile, purchè lo si voglia, difendersi dai terremoti; che la scienza e la tecnica italiana sono oggi in grado di dettare le linee di questo processo e di guidarne correttamente gli sviluppi; è comunque necessario precisare che non sono possibili interventi miracolistici: non si ribaltano in pochi anni secoli di trascuratezza e di abbandono;
- si dia corso immediato ad una serie di provvedimenti che dalla gestione scientificamente corretta e rapida della fase di ricostruzione delle zone colpite si estendano progressivamente a coprire con interventi di prevenzione l’intero territorio nazionale;
- si proceda subito ad affrontare i problemi della riclassificazione sismica, dell’aggiornamento della normativa antisismica, della predisposizione in anticipo di piani di intervento di protezione civile nelle zone a più elevato pericolo, dell’adeguamento del patrimonio edilizio;
- si proceda con urgenza alla ristrutturazione dei Servizi di Stato e degli Enti di ricerca, investendovi risorse in modo da non disperdere, ma anzi sviluppare, potenziare ed arricchire il faticoso ma positivo processo di crescita scientifica avviato dal Progetto “Geodinamica”, estendendolo anche ai settori oggi trascurati o poco sviluppati.
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Roma, 10 dicembre 1980.
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