Miglioramento sismico, messa in sicurezza, adeguamento degli edifici, isolatori sismici, metodo CAM: quali sono le tecnologie disponibili per minimizzare gli effetti distruttivi di un terremoto? Se ne parla venerdì 18 ottobre a Pescara al seminario “L’adeguamento degli edifici con i sistemi antisismici”.
Negli ultimi 400 anni in Italia i terremoti di magnitudo uguale o maggiore di 6.5 sono stati 33 (in media uno ogni 12 anni), negli ultimi 100 anni sono stati 7 (uno ogni 14 anni di media, l’ultimo, quello dell’Irpinia nel 1980). Negli stessi periodi i terremoti di energia uguale o maggiore a quelli del maggio 2012 (5.9) sono stati mediamente uno ogni 3-4 anni. Non si tratta quindi, come ha sottolineato qualche giorno fa anche il capo Dipartimento della Protezione civile Franco Gabrielli, di terremoti particolarmente violenti dal punto di vista fisico e geologico. Ciononostante questi eventi sismici nel nostro Paese hanno avuto le conseguenze disastrose in termini di distruzione e di numero di vittime e di feriti.
E dal momento che, come universalmente noto, la scienza non è ancora in grado di prevedere con precisione i terremoti, occorre prevenirne le conseguenze utilizzando quello che invece nel frattempo scienza e ingegneria hanno messo a punto per minimizzare o annullare gli effetti delle scosse sismiche sugli edifici.
Nel tempo infatti, per massimizzare la protezione antisismica delle strutture (sia di nuova costruzione che esistenti), sono state sviluppate e sono già significativamente applicate, anche in Italia, moderne tecnologie, basate sia su un approccio tradizionale, che prevede di rinforzare la struttura, rendendola adeguatamente resistente al terremoto, sia su un approccio alternativo, consistente nel ridurre, attraverso l’uso di appropriati dispositivi, le azioni sismiche che il terreno trasmette alla struttura. Approccio tradizionale di miglioramento sismico – Fra le moderne tecnologie basate sul questo approccio, è di particolare interesse il cosiddetto metodo CAM (Cuciture Attive Murarie), che è stato mutuato dalle tecniche di imballaggio. |
Si tratta di un sistema di cucitura attiva delle murature, attuato mediante nastri passanti in acciaio inox di dimensione adeguata alla resistenza che necessita assegnare al pannello murario, che, così consolidato, viene messo al riparo dal pericolo della separazione degli elementi, in seguito a forti sollecitazioni. Questo metodo viene impiegato per migliorare la risposta sismica di un edificio in muratura ed è in grado di conferire resistenza sismica adeguata a murature assai deboli o degradate, ma anche a singoli elementi di edifici esistenti, in cemento armato (pilastri, travi, nodi), che necessitano di essere adeguatamente irrobustiti. Il metodo CAM è stato applicato in Italia per la prima volta nel restauro di una palazzina residenziale in muratura a Sigillo (PG) dopo il terremoto umbro-marchigiano del 1997-98, e oggi in Italia trova numerose applicazioni nell’ambito degli interventi di miglioramento sismico degli edifici esistenti, sia pubblici che residenziali.
Approccio alternativo – Si inquadrano in questo secondo tipo di approccio i sistemi di isolamento sismico e quelli dissipativi. L’isolamento sismico, consiste nell’inserimento, normalmente in corrispondenza del suo piano più basso, di dispositivi che filtrano l’energia trasmessa dal terreno, conferendo alla parte sovrastante dell’edificio (sovrastruttura isolata) un elevato valore del periodo di oscillazione (usualmente superiore a 2 secondi). In tal modo, la sovrastruttura isolata si muove, sopra agli isolatori, praticamente senza deformarsi (quasi come fosse un corpo rigido) e molto lentamente: il movimento di corpo rigido garantisce l’integrità assoluta dell’opera (cioè anche quella dei cosiddetti elementi non-strutturali quali tamponature esterne, tramezzi, apparecchiature ed altri oggetti contenuti, e soprattutto delle persone presenti). Inoltre, la lentezza di tale movimento, unita alla riduzione delle vibrazioni della sovrastruttura minimizza l’effetto panico.
Questi sistemi garantiscono l’integrità assoluta degli edifici e minimizzando l’effetto panico causato dalle scosse di terremoto risultano essere attualmente i più efficaci.
I dispositivi d’isolamento sismico (i cosiddetti isolatori) sono di diverse tipologie: quelli più comunemente utilizzati a livello mondiale, e sui quali si è acquisita la maggiore esperienza sono gli isolatori in gomma armata o quelli in gomma-piombo, ai spesso vengono abbinati dispositivi a scorrimento a superfici piane acciaio-teflon che servono sia a sorreggere parti leggere dell’edificio senza irrigidire inutilmente il sistema d’isolamento, sia a minimizzare gli effetti torsionali dovuti alle asimmetrie in pianta della struttura. Un’altra tipologia di isolatori, utilizzata in Italia dopo il terremoto in Abruzzo del 2009, è quella dei cosiddetti “dispositivi a pendolo scorrevole” Esistono, infine, anche isolatori a rotolamento (in particolare a ricircolo di sfere), molto efficaci e che trovano numerose applicazioni in Giappone, ma non in Italia, poichè giudicati troppo costosi.
I sistemi dissipativi, invece, sono costituiti da dispositivi inseriti all’interno dell’opera, in opportune posizioni, e sono tali da concentrare su se stessi ed ivi dissipare (cioè trasformare in calore) l’energia che il sisma introduce nella costruzione: sono meno efficaci dei sistemi d’isolamento, in quanto non possono annullare totalmente le deformazioni dell’edificio (perché è in base a queste che funzionano) e, non rallentando il movimento di questo, non annullano l’effetto panico, ma sono comunque progettati per resistere fino al massimo terremoto previsto a progetto e possono affrontare più terremoti. |
Per interventi di adeguamento sismico, possono essere utilmente impiegati congiuntamente sia il metodo CAM (ad esempio per rinforzare pilastri e travi) sia l’isolamento sismico.
I diversi sistemi antisismici sopra descritti sono già stati utilizzati per proteggere oltre 23.000 strutture (ponti, edifici di tutti i tipi od impianti industriali), sia di nuova costruzione sia esistenti, in più di 30 paesi. Gli edifici italiani isolati sismicamente sono oltre 400 ed includono un cospicuo numero di scuole, nuove ed esistenti, oltre ad altre tipologie di costruzioni (fra cui molte palazzine residenziali).
Su questi sistemi e le tematiche ad essi inerenti verterà il seminario “L’adeguamento degli edifici con i sistemi antisismici” che si terrà venerdì 18 ottobre – ore 9, a Pescara presso l’Aeroporto internazionale d’Abruzzo: il seminario, al quale si affiancherà un’esposizione sulle tecnologie antisismiche, porterà diversi esempi di recenti applicazioni alle loro diverse tipologie, effettuate specialmente a seguito dei terremoti del 2009 in Abruzzo e del 2012 in Emilia.
Il seminario è organizzato da ENEA, GLIS (Isolamento ed altre strategie di progettazione antisismica), ANTEL (Associazione Nazionale Tecnici Enti Locali) e SEWC (Structural Engineers Word Congress- Gruppo Italiano) e vede il patrocinio, fra gli altri, della Regione Abruzzo, dei Comuni di Pescara e San Giovanni Teatino, dell’Università degli studi di Pescara, dell’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), dell’Ordine degli ingegneri delle province di Pescara, L’Aquila e Teramo.
Patrizia Calzolari
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per info: Segreteria Tecnica – Ing. Massimo Forni – Segretario Generale GLIS
tel.: 051 6098554, fax: 051-6098544 massimo.forni@enea.it
fonte: ilgiornaledellaprotezionecivile.it