IL COMPORTAMENTO ANIMALE ED ECONOMICO PRIMA DEI TERREMOTI

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crolli_centro_storico_aq(di CRISTIANO FIDANI – fisico Università di Perugia) – Delle anomalie biologiche osservate con i terremoti, quella relativa al comportamento animale è stata la più frequente. Lo testimonia uno studio pubblicato di recente sulla rivista Animals dedicato al terremoto aquilano, che è consultabile liberamente all’indirizzo: http://www.mdpi.com/2076-2615/3/3/693.

In base alle testimonianze raccolte nei mesi successivi al terremoto del 2009, la quasi totalità dei cani che vivevano nella regione colpita hanno mostrato irrequietezza, abbaiando, ululando e piangendo nei minuti precedenti la scossa. Anche nelle altre specie animali, molti esemplari hanno lasciato nei testimoni un ricordo indelebile di scene inusuali. In base alla quantità e qualità delle informazioni raccolte, 323 casi sono stati catalogati per ulteriori approfondimenti.

Dopo i cani, i lombrichi hanno avvertito più frequentemente il terremoto, fuoriuscendo dal terreno e andando a morire sui marciapiedi che circondano le case. Questo comportamento è stato osservato fino a sei giorni prima della scossa. Dove, invece, per i cani il comportamento nervoso è stato osservato fino a qualche ora prima.

Per animali di poco più piccoli dei cani, cioè le galline, i polli e in genere tutti i volatili, meno frequentemente osservati di cani e lombrichi, l’anticipo è stato anche di diverse ore. In queste osservazioni il comportamento anomalo è consistito nel mancato ritorno degli animali negli ovili, nella loro sparizione da alcuni territori e nel loro stato di veglia. I felini, osservati emettere strani miagolii e appartarsi in luoghi inusuali con frequenza di poco inferiore, hanno anticipato la scossa suppergiù dello stesso intervallo temporale. Perciò, una delle conclusioni di questo studio è nell’aver trovato un comportamento strano degli animali, con un anticipo rispetto al terremoto crescente con la piccolezza della loro taglia. Questa interessante conclusione è stata ottenuta anche in altri studi recenti in Cina e in Giappone. Infatti, le osservazioni del comportamento anomalo degli animali sono state fatte innumerevoli volte nella storia dei terremoti, ce lo testimoniano i vari resoconti che possediamo sin dall’antichità.


In una delle più antiche testimonianze tramandataci da Diodoro, si parla di topi, serpenti, millepiedi, donnole e vermi in fuga dalla città di Helike, nel golfo di Corinto, osservati dalla popolazione nel 373 a.c., cinque giorni prima di un forte terremoto che fece sprofondare la città negli abissi (*). Un caso recentemente documentato di osservazione del comportamento anomalo degli animali che contribuì alla previsione di un forte terremoto, ha coinvolto la regione Cinese di Liaoning nel febbraio del 1975. Già dal giugno 1974, per il lungo periodo senza terremoti osservato in una zona ad alto rischio sismico, il gruppo cinese per lo studio dei terremoti pubblicò un avviso del pericolo di un forte terremoto atteso entro due anni per quella zona. Le autorità, basandosi sugli studi condotti negli anni precedenti, e con il sostegno della popolazione, istruita da esperti a comunicare alle centrali sismiche principalmente il comportamento animale, raccolsero una quantità crescente di avvisi. Da questi e da altre anomalie misurate strumentalmente, le autorità poterono dedurre l’imminenza del terremoto e organizzare lo spostamento delle persone dalle proprie case in ricoveri d’emergenza, approntati per l’occasione (*), poche ore prima della forte scossa di magnitudo pari a 7.3.

Dai dati raccolti a L’Aquila risulta che nessuno fu in grado di mettersi in salvo dalla scossa principale tenendo conto del comportamento animale, nonostante le abbondanti osservazioni; perché? Il caso cinese ci suggerisce delle possibili risposte: forse perché in Italia non erano stati fatti prima d’ora questi studi. Tuttavia, in seguito ai terremoti del Friuli (*,**) e dell’Irpinia (**), tali studi furono condotti e con risultati molto promettenti. Quelli per il Friuli ottennero una pubblicazione sulla rivista Nature nel 1978 (***). La risposta al perché deve essere un’altra: forse perché questi studi non sono stati utilizzati per approfondire la situazione di pericolo a L’Aquila durante lo sciame, e tantomeno la popolazione è stata messa al corrente dei risultati di queste ricerche. Infatti, oggi occorre considerare quanto importante risulterebbe il danno economico di una previsione. Per non rischiare tale danno, una previsione dovrebbe essere quasi certa, come nel caso cinese, dove l’osservazione di molti fenomeni fu utilizzata. Ciò, tuttavia, significherebbe ammettere che altri parametri sono importanti nello studio del terremoto, e questo non è condiviso da una parte degli scienziati, il perché è spiegato in un articolo apparso su InAbruzzo (http://www.inabruzzo.com/?p=104175).

Il danno economico è un argomento di cui si è discusso poco dopo il terremoto di L’Aquila, pur offrendo un’importante chiave di lettura di ciò che è accaduto in questa occasione. Durante la somministrazione dei questionari alla popolazione abruzzese, più volte, mi sono state rivolte le crude domande (riporto testualmente le domande):
– “Perché ci hanno invitato a ritornare a casa tranquillamente la domenica sera del 5 aprile 2009?”
– “Perché avevano preparato i contenitori da decesso presso la caserma della Guardia di Finanza, ma non ci hanno avvertito del pericolo?”

Sebbene non potessi verificare le affermazioni insite nelle domande, tali domande mi colpirono profondamente, ma non seppi rispondere. Più di recente ho attraversato il territorio di Colfiorito, fra l’Umbria e le Marche, per raccogliere le testimonianze della popolazione sul terremoto del 1997.

Sorprendentemente, da più persone, mi sono sentito rivolgere la stessa domanda (cito testualmente la domanda):
– “Perché avevano preparato i contenitori da decesso a Foligno, ma non ci hanno avvertito del pericolo?”

Anche in quell’occasione, uno sciame sismico era attivo da alcuni mesi fra le Marche e l’Umbria.


Infine, un anno fa, il terremoto dell’Emilia ha offerto, purtroppo, un ulteriore spunto di riflessione: dopo la prima scossa del 20 maggio, nonostante il pericolo dell’elevata probabilità di un altro forte terremoto constatata dagli studi sismici, le attività industriali sono riprese nei luoghi già danneggiati, con la conseguente perdita di altre vite umane nella scossa del 29 maggio 2012.

Nei mesi e negli anni che sono passati dal terremoto di L’Aquila ho sempre tenuto in mente quelle domande, cercando una risposta. Tutto questo, non ci suggerisce, forse, che occorre riflettere anche sulla questione economica?

Il probabile conseguente danno economico ha giocato un ruolo sulla comunicazione di una situazione di pericolo da terremoto?
Il probabile conseguente danno economico ha giocato un ruolo sulla scelta dei segnali di cui tener conto nella comunicazione del pericolo alla popolazione?

(*) Si consiglia la lettura di: “I profeti del terremoto” o “PRIMA DEL TERREMOTO” di Helmut Tributsch ed. Armenia 1979; acquistabile su ebay;

(**) Matteucig Giorgio, Raccolta di relazioni, comunicazioni ed interventi sul comportamento degli animali in relazione alle variazioni geochimico fisiche ambientali precedenti i sismi; Assessorato all’Ecologia della Provincia di Napoli: Napoli, Italy, 1985;

(***) Per approfondire: Tributsch, Helmut, “Do aerosol anomalies precede earthquakes ? “, Nature, vol. 276, 1978, pp. 606-608; consultabile da: http://www.readcube.com/articles/10.1038/276606a0?locale=en.

CRISTIANO FIDANI