Il monitoraggio delle piccole scosse potrebbe fornire una base per previsioni affidabili in aree dove piccole scosse innescano terremoti, secondo i geologi della Pennsylvania State University, che hanno condotto uno studio in laboratorio finanziato dalla National Science Foundation.
“Al momento non abbiamo modo per monitorare a distanza quando le faglie stanno per muoversi,” dichiara Chris Marone, professore di geofisica. “Ciò avrebbe il potenziale di cambiare le regole del gioco per quel che riguarda monitoraggio e predizione dei terremoti, perché se è corretto e si possono fare delle previsioni giuste, sarebbe grande.”
Marone e Bryan Kaproth-Gerecht, che ha ottenuto recentemente il dottorato, sono andati alla ricerca dei meccanismi che stanno dietro alle piccole scosse ed hanno scoperto che 60 secondi prima che il lento stick-slip (oscillazioni con attrito) avesse inizio nei loro modelli di laboratorio, si verificava un segnale precursore. Comunemente, i terremoti stick-slip si muovono a circa 10 m/s ma quelli lenti si muovono a 0,10 mm/s impiegando mesi per giungere al momento della rottura. I terremoti “lenti” spesso si verificano vicino a zone tradizionalmente vulnerabili e possono accelerare eventi potenzialmente devastanti.
“Comprendere il processo fisico dei terremoti lenti ed identificare possibili cambiamenti precursori nelle caratteristiche delle zone di faglia, sono obiettivi importanti,” dichiarano i ricercatori a Science Express. Utilizzando il serpentino, un minerale che spesso si trova nelle zone dei terremoti lenti, Marone e Kaproth-Gerecht hanno condotto un esperimento di laboratorio, o meglio, oltre 50, ed hanno scoperto che, almeno in laboratorio, le zone di faglia lenta subiscono una transizione da uno stato in cui la velocità passa da 0,10 mm/s ad uno stato in cui non vi è movimento. “Abbiamo scoperto che si tratta di un processo complesso e che la velocità dipende dall’attrito,” dice Marone. “Non sappiamo con certezza cosa stia accadendo, ma, in base ai nostri esperimenti in laboratorio, sappiamo che questo fenomeno si verifica.” |
Marone e Kaproth-Gerecht hanno osservato anche il comportamento delle onde elastiche primarie e delle onde trasversali secondarie prodotte dai loro esperimenti. “Abbiamo osservato le onde elastiche muoversi e sappiamo cosa sta succedendo con le onde P e S e la velocità acustica,” dice Marone. “E’ importante perché è ciò registra il sismografo.”
Per Marone non ci sono al momento dispositivi di misurazione adiacenti a faglie conosciute per fare un qualunque tipo di previsione. E’ comunque ipotizzabile che con la strumentazione appropriata, si potrebbe ottenere un quadro migliore di ciò che accade quando le faglie si muovono con l’effetto stick-slip e ciò potrebbe portare ad una qualche forma di previsione dei terremoti.
di F.F., da meteoweb.eu