TERREMOTO GARFAGNANA, L’ANALISI DELLA GEOLOGA SABRINA MUGNOS

mugnosda TerremotiNews24 – La Garfagnana è una regione della provincia di Lucca (Toscana) delimitata dalle Alpi Apuane e dall’Appennino Tosco emiliano, confinante a Nord con la Lunigiana, a Ovest con la Versilia e la provincia di Massa, ad Est con la regione Emilia-Romagna (province di Modena e Reggio Emilia) e a Sud con la Lucchesia. Lambisce, inoltre, la provincia della Spezia, che dal capoluogo Castelnuovo Garfagnana dista un’ottantina di km.

Zona montana con paesaggi di grande bellezza, che includono, appunto, le Alpi Apuane, è interamente attraversata dal fiume Serchio e dai suoi molti affluenti.

Quest’area, insieme a quella della Lunigiana, è altamente sismica, essendo caratterizzata da strutture estensionali ad orientamento NW-SE ed immersione SW, e da faglie antitetiche con la stessa direzione e immersione opposta. Queste strutture appenniniche sono tagliate e sfasate da strutture trasversali.

La gran parte dei terremoti si concentra nella zona meridionale, al confine tra la Lunigiana e la Garfagnana, ed è caratterizzata da numerosi eventi storici di magnitudo superiore a 5 (vedi sisma del 14 febbraio del 1834 con Intensità (ricordiamo misurata sulla scala Mercalli) = VIII, e del 7 settembre1920 di I = IX / X, dell’11 aprile 1837 con I = IX-X, e del 6 marzo 1740 di I = VII-VIII). Il fatto interessante è che non sono riportati terremoti significativi prima del 1481, e che c’è un periodo di “silenzio sismico” tra il 1541 e il 1740; ma c’è il dubbio che ci siano stati vuoti nella documentazione.

Il massimo storico, quindi, è stato assegnato al terremoto del 7 settembre 1920 con Magnitudo valutata intorno a 6.5.


Quest’ultimo, con epicentro stimato nel Comune di Casola in Lunigiana, era stato preceduto il giorno precedente da alcune scosse minori, la più sensibile delle quali avvertita verso le ore 14,00 del giorno 6 Settembre, e fu seguita da molte altre per circa un anno fino all’Agosto del 1921.

L’area dei danni fu molto vasta e comprese la riviera ligure di levante, la Versilia, le zone montane del Parmense, del Modenese, del Pistoiese e la provincia di Pisa.

L’area di risentimento si estese dalla Costa Azzurra al Friuli e, a Sud, a tutta la Toscana, all’Umbria ed alle Marche settentrionali.

In quell’occasione i centri urbani danneggiati furono quasi 500; in circa 70 vi furono crolli estesi a gran parte del patrimonio edilizio ed in altri 100 circa i danni e le lesioni furono estesi. Le località di Montecurto (Fivizzano), Vigneta (Casola in Lunigiana), e Villa Collemandina furono distrutti quasi completamente. I morti furono 171 (tutti nell’area della Lunigiana e Garfagnana), i feriti 650 e i senzatetto alcune migliaia (quasi tutti in Toscana).

Il numero relativamente basso delle vittime in proporzione ai crolli e ai danni agli edifici, come evidenziarono le cronache giornalistiche dell’epoca, dipese principalmente da due fattori. In primo luogo la scossa del 6 Settembre aveva allarmato la popolazione, tanto che molte persone avevano pernottato all’aperto e non in casa. In secondo luogo va ricordato che l’economia locale era basata principalmente sull’agricoltura ed allevamento e sull’estrazione dei marmi (l’80% della popolazione attiva, stimata in circa il 60% dell’intera popolazione) e che pertanto quando avvenne il terremoto (le ore 6 del mattino secondo l’ora solare) solo poche persone erano in casa.

Dal 1920 l’area è stata interessata da altri eventi sismici di minore entità (intorno a Magnitudo 4.0), fatto salvo quello di Barga del 1951 (M=4.5).L’episodio più recente è quello dell’Ottobre del 1995, di M=4.8 che si è verificato nei pressi di Fivizzano (in provincia di Massa Carrara).

Visti i trascorsi del 1920 le autorità evacuarono preventivamente circa 100000 persone; ma la scossa non arrivò, e ci fu “procurato allarme”.

Ieri, 25 gennaio 2013, alle ore 15.48 un evento di Magnitudo 4.8 si è liberato ad una profondità di 15.5 km, al margine sud-est della struttura che si attivò col terremoto del 1920. L’epicentro è stato entro 10 km dai comuni di Barga (Lu), Castelnuovo di Garfagnana (Lu), Castiglione di Garfagnana (Lu), Fosciandora (Lu), Pieve Fosciana (Lu), Villa Collemandina (Lu). Successivamente si sono verificate altre scosse di lieve entità.

Nonostante l’Appennino sia, come abbiamo visto, caratterizzato da una tettonica estensionale, in alcuni casi, soprattutto nelle zone marginali, si possono avere movimenti trascorrenti, come sembra sia accaduto oggi. Gli studiosi sono attualmente al lavoro per definire l’esatta dinamica dell’evento; ulteriori dettagli potranno, quindi, essere forniti in seguito.

A cura di Sabrina Mugnos

da terremotinews24.it