Quasi metà del territorio italiano presenta un elevato rischio sismico. Secondo il primo rapporto Ance-Cresme “Lo stato del territorio italiano 2012”, presentato nei giorni scorsi, il 44% della superficie nazionale, pari a 131mila chilometri quadrati, e il 36% dei comuni (2.893) sono caratterizzati da un’elevata pericolosità.
Le aree a elevata criticità idrogeologica rappresentano circa il 10% della superficie italiana (29.500 kmq) e riguardano l’89% dei comuni (6.631).
Nelle aree a elevato rischio sismico vivono 21,8 milioni di persone – il 36% della popolazione, per un totale di 8,6 milioni di famiglie – e si trovano circa 5,5 milioni di edifici tra residenziali e non residenziali. La popolazione residente nelle aree a elevato rischio idrogeologico è pari a 5,8 milioni di persone (9,6% della popolazione), per un totale di 2,4 milioni d famiglie. In queste aree si trovano oltre 1,2 milioni di edifici. Tra questi, particolarmente esposti al rischio sono i capannoni, che richiedendo ampi spazi costruttivi spesso si trovano ai margini delle città, al limite con aree a rischio. Il rischio sismico maggiore riguarda le regioni della fascia appenninica e del Sud Italia. |
Al primo posto c’è la Campania, in cui 5,3 milioni di persone vivono nei 489 comuni a rischio sismico elevato. Seguono la Sicilia, con 4,7 milioni di persone in 356 comuni a rischio, e la Calabria, dove tutti i comuni sono coinvolti, per un totale di circa 2 milioni di persone. (continua a leggere su geologi.info)