E’ stato recentemente calcolato che la nostra penisola si stia muovendo almeno un centimetro all’anno, dunque un metro al secolo, anche se in modo disarticolato e disomogeneo, come ha spiegato il presidente dell’Ingv Stefano Gresta. In particolare la Pianura Padana si sta restringendo di qualche millimetro all’anno. Non è un mistero né fantageologia che tra qualche milione di anni, secondo alcuni dettagliati ed autorevoli studi tettonici, il Tirreno potrebbe diventare un vero e proprio oceano e l’Adriatico potrebbe chiudersi completamente.
Il territorio italiano si trova a cavallo di due placche: quella euroasiatica e quella africana che, con la sua microplacca Adria (una specie di scheggia tettonica riferibile geograficamente alla Pianura Padana ed all’Adriatico settentrionale), va in subduzione al di sotto dell’altra.
La subduzione è il fenomeno tettonico per cui una placca scorre sotto l’altra, in pratica immergendosi secondo un piano inclinato di circa 60-70°.
Il recente terremoto emiliano è legato alla collisione di queste due placche, iniziata circa 70 milioni di anni fa, alla fine del Cretaceo, e tuttora in atto con movimenti riscontrati anche attraverso reti GPS.
Spiega Stefano Gresta: “Quanto stiamo osservando ci fa pensare che questo movimento non avvenga a velocità costante, ma può avere delle accelerazioni nel corso dei secoli, delle quali vediamo gli effetti nei terremoti”. Non si tratta quindi di un movimento regolare, ma di un movimento a scatti. “I terremoti – osserva – sono la manifestazione piu’ evidente del fatto che c’è un’attività”. “Da anni i dati satellitari danno un quadro completo della lenta deformazione provocata dalla spinta della placca africana”. Ma nello stesso tempo sta diventando sempre piu’ evidente quanto sia complessa la situazione in Italia. Spiega Gresti: “E’ come avere a che fare con un puzzle fatto di tessere molto piccole, ed e’ molto difficile interpretare ogni singolo tassello della sismicita’ italiana”. |
La nostra penisola è geologicamente giovane: le Alpi hanno iniziato a formarsi un centinaio di milioni di anni fa, gli Appennini circa 20 milioni di anni fa, durante il Pliocene (fino a circa 2 milioni di anni fa) molte terre oggi emerse erano ancora ricoperte dal mare (vedi immagine).
Al centro del Mediterraneo, teatro dello scontro tra la placca africana e quella euroasiatica, il nostro paese si trova perciò in un contesto molto dinamico dal punto di vista tettonico e ne subisce le conseguenze sotto forma di devastanti catastrofi naturali, in particolare terremoti. L’Italia, intesa come territorio, è dunque destinata a tremare, non solo in senso metaforico ma soprattutto fisico e letterale.
(da meteoweb.eu)