Quasi a conferma delle indicazioni di una possibile sequenza sismica che abbiamo riportato nell’articolo “Sequenza sismica a Sora ? (Zona Cassino)”, segue la dichiarazione del professor Warner Marzocchi (Ingv), che riprendiamo da ilCapoluogo.com.
Da alcuni giorni il Frusinate e’ interessato da una serie di terremoti di bassa energia. Grazie anche all’assidua collaborazione della popolazione locale, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia sta monitorando gli effetti prodotti dagli eventi sismici avvenuti nelle ultime ore.
L’Ingv informa che al link “Hai sentito il terremoto” tutti possono consultare le mappe dei risentimenti macrosismici, prodotte in tempo reale dai ricercatori elaborando le segnalazioni pervenute.
I terremoti sono stati chiaramente avvertiti fino ad una distanza media di circa 40 km dai rispettivi epicentri. L’intensita’ massima (magnitudo 3.5) rilevata e’ pari al quinto grado della scala Mercalli. L’attivita’ sismica nel Cassinate preoccupa l’Ingv.
Il professor Warner Marzocchi (dirigente Ingv) rivela che “la zona di Cassino e’ quella più preoccupante. Nel passato ci sono stati forti terremoti e la crisi sismica in atto e’ particolarmente attiva”.
La probabilita’ di terremoti di alta energia, e’ certamente aumentata in quell’area anche se i valori assoluti rimangono bassi. Il rischio e’ aumentato ma mi aspetto che sequenze di questo tipo finiscano, la maggior parte delle volte, senza terremoti grandi. Per cui non si può dare una certezza su quello che può accadere. Il fatto che ci siano tanti terremoti in Umbria, Lazio e Abruzzo, e’ una conseguenza normale della perturbazione creata dal terremoto di L’Aquila.
Se le case sono ben costruite non c’e’ pericolo di sorta, né per Cassino né per altre aree”. Prof. Marzocchi, la forte attivita’ sismica nell’oceano Pacifico vi preoccupa? “Non sono preoccupato. E’ gia’ successo spesso nel passato”.
I terremoti registrati tra la sera del 6 e il pomeriggio dell’8 ottobre 2009, di magnitudo locale 3.0, sono localizzati in una piccola zona nella provincia di Frosinone.
I comuni più vicini all’area epicentrale, (entro circa 10 km) sono: Alvito, Broccostella, Campoli Appennino, Fontechiari, Pescosolido, Posta Fibreno, Sora, Vicalvi, tutti in Provincia di Frosinone.
I terremoti più forti sono avvenuti l’8 ottobre alle 02:51 02:53 (ore italiane) con magnitudo locale pari a 3.5 e 3.4, rispettivamente. Altri eventi di 3.0 erano avvenuti il 6 e il 7 ottobre.
Nei mesi precedenti, gli eventi più significativi sono avvenuti il 6 agosto alle 15:36 (ML 3.9) e il 30 settembre alle ore 19:52 (ML 3.5)”. L’Ingv sottolinea che i terremoti di questi giorni, accompagnati da numerosi eventi di magnitudo minore, testimoniano la ripresa di attivita’ microsismica in un’area che aveva manifestato un inizio di attivita’ negli ultimi mesi. “Gli eventi localizzati nella zona (in tutto una dozzina, aventi ML compresa tra 2.0 e 3.9 e numerose scosse strumentali, fra le quali circa 100 eventi negli ultimi 3 giorni) mostrano un andamento spazio-temporale di tipo sciame sismico.
Le profondita’ ipocentrali sono quelle tipiche delle zone sismiche dell’Appennino (nei primi 12 km della crosta)”. La sismicita’ interessa la zona colpita dal terremoto distruttivo del 1349 (decimo grado di intensita’) e da allora altre scosse minori riportate nei cataloghi storici ma generalmente inferiori all’VIII grado. “La zona in questione e’ adiacente all’area interessata dal terremoto di ML 5.9 del 7 Maggio 1984 (Val di Comino).
L’attivita’ sismica che registriamo avviene in un contesto sismotettonico ove sono presenti faglie potenzialmente attive e capaci di terremoti di magnitudo pari o superiore a 6, e ricade pertanto in una zona di pericolosita’ sismica elevata.
I Comuni del frusinate sede dell’attivita’ in corso sono inseriti nella I o nella II classe sismica (http://zonesismiche.mi.ingv.it e http://www.protezionecivile.it/cms/attach/editor/Classificazione.jpg)”.
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia sta seguendo con attenzione l’evoluzione della sequenza attraverso la Rete Sismica Nazionale, che per l’area in esame presenta una buona accuratezza delle localizzazioni, anche in profondita’. Tutte le informazioni sui terremoti principali vengono comunicate al Dipartimento della Protezione Civile nazionale e pubblicate sul sito: http://www.ingv.it/ e sono visualizzabili su http://cnt.rm.ingv.it/earthquakes_map.php. Le informazioni su tutti i terremoti registrati, sono consultabili e visualizzabili su: http://iside.rm.ingv.it.
N.d.R. Le dichiarazioni di Walter Marzocchi continuano trattando le faglie più attive nell’italia centrale e cenni storici sui terremoti passati. In conclusione, quanto segue:
Gli scienziati, allo stato attuale delle conoscenze, dubitano che i terremoti che avverranno in futuro sul Gran Sasso e sui Monti della Laga ed altrove sugli Appennini, saranno molto diversi da quelli avvenuti nel passato. Quando verra’ scritta istantaneamente la prossima pagina della storia geologica del Gran Sasso e dei Monti della Laga?
“E’ molto raro che avremo terremoti più grandi di magnitudo 7. Tutto e’ possibile, ma non rilevante. Quello che conta e’ chi produce i terremoti. Posso immaginare un’unica faglia ad “n” profondita’ per tutto l’Appennino che però non produce terremoti (le ragioni fisiche possono essere molte). Storicamente i terremoti sono sempre stati non più grandi di gradi 7. E immagino che continui così”.