I droni diventano ‘sentinelle’ anti-terremoto: dotati di Gps e strumenti di ripresa ad altissima risoluzione, sono capaci di mappare in 3D le aree ad alto rischio geologico con un dettaglio dell’ordine dei centimetri, svelando le fratture create dai sismi più recenti e le strutture da cui potrebbero scatenarsi nuove scosse.
Progetto coordinato da ricercatori italiani
Questi innovativi velivoli automatici sono stati sviluppati da un gruppo internazionale di ricerca coordinato dai geologi dell’Università di Milano-Bicocca. Dopo i primi test condotti con successo in Islanda, in una regione colpita in passato da forti terremoti, le ricerche proseguiranno nella primavera del 2015 sull’isola di Santorini in Grecia, dove il metodo di rilevazione verrà applicato in territori soggetti ad altri rischi geologici quali frane e vulcani.
Il modello virtuale in 3D
Le immagini riprese dai droni, unite in un foto-mosaico da appositi software, permettono di ricreare un modello tridimensionale del terreno entro il quale i ricercatori possono muoversi in modo virtuale, studiando le fratture e le faglie create dai terremoti più recenti. Il metodo di rilevazione coniuga un altissimo dettaglio con una visione sinottica dall’alto, raggiungendo così la più alta precisione possibile nella mappatura delle strutture a rischio sismico. Inoltre permette di riprendere anche le pareti rocciose verticali, dove i rilievi da satellite sono impossibili.
Sentinelle ‘low-cost’
”I droni sono oltretutto a basso costo, mentre ricerche analoghe su aerei o elicotteri comportano spese da dieci a cinquanta volte maggiori”, spiega il coordinatore della ricerca Alessandro Tibaldi, geologo dell’Università di Milano-Bicocca. ”Questo metodo – aggiunge – potrebbe essere particolarmente indicato nei Paesi in via di sviluppo, dove a una grande pressione demografica in aree soggette a rischi geologici si accompagna una permanente difficoltà nel reperire finanziamenti per studi di prevenzione”.
(ANSA)