Gli studi sulla faglia di Paganica procedono da parte del Servizio Sismico Nazionale, con due trincee paleosismologiche aperte, e da parte dell’INGV, con altre due trincee. Ancora non si hanno informazioni precise al riguardo, essendo in corso le datazioni con il metodo del carbonio C14. Nel caso tale faglia si fosse riattivata in periodi geologici recenti (ca. 2000 anni), vuol dire che la stessa potrebbe essere responsabile di alcuni noti terremoti distruttivi avutisi in passato nell’aquilano. Ma solo i risultati delle datazioni dei terreni, con maggior precisione, potranno servire da correlazione.
Ma cos’e’ una Trincea paleosismologica?
E’ uno scavo lineare, a sezione rettangolare (circa 20 x 3 x 4 m) condotto attraverso una faglia al fine di ottenere informazioni stratigrafiche (sugli strati di terreno) strutturali (come sono disposti) sull’attivita’ della stessa. Consiste quindi in uno scavo attraverso la faglia, che consente:
– lo studio analitico dei depositi fagliati (la faglia e’ una rottura del terreno con spostamento relativo dei due lembi),
– la scansione degli eventi di fagliazione (pressappoco l’ordine cronologico)
– l’entita’ dei rigetti (spostamenti)
La datazione dei terreni viene condotta tramite analisi assolute (radiometriche e/o luminescenza) o archeologiche, sul reperimento e quindi datazione di reperti archeologici. La datazione dei livelli fagliati e di quelli che eventualmente chiudono la deformazione e’ discriminante per accertare o meno l’attivita’ della faglia. Se essa e’ sigillata da depositi più antichi dell’intervallo di tempo coperto dalle analisi al radiocarbonio (circa 40.000 anni), la faglia può verosimilmente considerarsi non attiva, o comunque di pericolosita’ irrilevante.
La foto dell’articolo e’ relativa ad un’immagine di trincea paleosimologica, dove e’ evidente la dislocazione dei depositi olocenici, cioe’ recenti dal punto di vista geologico (circa 11.700 anni fa) .