Rubrica ed articoli correlati:
– Faglie Attive ed insediamenti Umani – i casi noti
– Le Faglie Attive di Campotosto e Pettino – disastri annunciati, come prevenirli ?
– Rubrica: il geologo risponde
Continuiamo il discorso iniziato con l’articolo “Faglie Attive ed insediamenti Umani – i casi noti“, soffermandoci sulle faglie dell’Aquila. Le informazioni dell’articolo sono datate marzo 2004.
Le faglie dell’Aquila sono costituite da due segmenti denominati faglie del Monte Pettino e del Monte Marine (in figura, lo scavatore segnala il sito dove sono state condotte le analisi paleosismologiche preliminari. In blu sono evidenziate le faglie dell’Aquila). Entrambe sono caratterizzate da scarpate di faglia scolpite nelle unita’ carbonatiche del basamento mesozoico e dislocano ovunque depositi di versante tardo pleistocenici. Il loro movimento e’ prevalentemente normale, con una debole componente obliqua.
Analisi paleosimologiche preliminari effettuate lungo la struttura del Monte Marine hanno dimostrato l’attivazione ripetuta della faglia nel corso degli ultimi 15000 anni, l’ultima volta in occorrenza del terremoto del 1703.
L’attivazione di queste faglie durante il terremoto del 1703 era peraltro stata inconsapevolmente descritta da diversi testimoni oculari e riportata nelle cronache del terremoto.
Dai dati evinti dagli studi sul Monte Marine e dagli analoghi studi condotti di recente nella piana di Norcia si desume che i terremoti del gennaio-febbraio 1703 si originarono dalla rottura progressiva dei sistemi di faglie che dall’aquilano giungono sino a Norcia, per una lunghezza di circa 70 km e con fenomeni di fagliazione di superficie di notevole entita’.
Le faglie del Monte Marine e del Monte Pettino corrono alla base dei versanti degli omonimi monti, ma a causa della grande espansione edilizia recente (principalmente dell’Aquila, faglia del Monte Pettino), interessano oggi diversi insediamenti delle frazioni della fascia pedemontana (da nord: Barete, Pizzoli, Marruci, Arischia, Cansatessa, Pettino), ma soprattutto i nuovi quartieri dell’Aquila.
Così come per le faglie del sistema di Norcia, anche le strutture dell’Aquila possono attivarsi indipendentemente da quelle limitrofe, originando terremoti comunque di elevata magnitudo.
D’altra parte, la sismicita’ dell’Aquila, seppur storicamente molto elevata, non e’ stata ancora appieno compresa. A parte la relazione che la paleosismologia ha dimostrato esistere tra le faglie summenzionate ed il terremoto del 1703 (che produsse effetti di IX grado nel capoluogo), nulla si sa ancora con certezza riguardo le sorgenti dei terremoti del 1349 e del 1461 (rispettivamente X e IX all’Aquila), il primo sicuramente da considerare l’evento più catastrofico nella breve storia della citta’.
Veduta da Coppito (ovest) del versante di faglia del Monte Pettino (frecce). Si notino gli insediamenti posti in prossimita’ della faglia o a cavallo della stessa, ed in particolare i nuovi quartieri dell’Aquila, sulla destra.
Veduta da sud del versante di faglia del Monte Marine (fascia bianca basale). Si notino gli insediamenti posti in prossimita’ della faglia o a cavallo della stessa (destra, Pizzoli)
Bibliografia specifica
– Galadini F. & Galli P. (2000) Active tectonics in the central Apennines (Italy) – Input data for seismic hazard assessment, Natural Hazards, 22, 202-223.
– Moro M., Bosi V., Galadini F., Galli P., Giaccio B., Messina P., Sposato A., 2002. Analisi paleosismologiche lungo la faglia del M. Marine (alta valle dell’Aterno): risultati preliminari. Il Quaternario, Italian Journal of Quaternary Sciences, 15(2), 259-270.