Sara’ per il G8, e forse per non ritrovarsi nella condizione di non aver messo un’altra volta in preallerta, ma questa nota dell’INGV sembra destare un pò di preoccupazione.
L’articolo si ricollega alla nuova sequenza sismica Montereale-Cittareale.
Continua nell’Aquilano lo sciame sismico e anche le scosse di questa mattina si inquadrano in questa attivita’ di repliche, in seguito al terremoto del 6 aprile scorso. Lo confermano i sismologi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), secondo i quali, però, rispetto alle ultime settimane di maggio, la probabilita’ che nell’Aquilano possano avvenire terremoti di magnitudo 4 o superiore a 4 e’ aumentata, in giugno, dal 13% fino a circa il 30%.
La zona interessata e’ delimitata a Nord da Cittareale e Amatrice e a Sud da Ovindoli. E’ quanto emerge dai calcoli probabilistici elaborati quotidianamente, in questo periodo, dai sismologi dell’Ingv. “Queste variazione probabilistiche durante una sequenza sismica sono normali”, dice all’ANSA il responsabile dell’attivita’ di ricerca relativa alle previsioni probabilistiche dell’Ingv, Warner Marzocchi. I calcoli sulla probabilita’ di forti scosse nell’Aquilano sono stati condotti quotidianamente dall’Ingv a partire dal terremoto del 6 aprile scorso. Dopodiché la probabilita’ e’ andata gradualmente riducendosi, tanto che il 25 maggio scorso era scesa al 13%, e si e’ passati a controlli settimanali. Nella prima settimana di giugno, però, spiega Marzocchi, la stessa probabilita’ si e’ quasi triplicata, passando al 36%. Queste stime, spiega l’esperto, infatti vengono preparate sulla base della sismicita’ complessiva di una zona, considerando anche gli eventi di intensita’ così bassa da non essere percepiti dalla popolazione. E nella prima settimana di giugno la sismicita’ nella zona dell’Aquilano si e’ accentuata. Gli esperti dell’Ingv sono quindi tornati a ripetere i calcoli quotidianamente, sia perché l’aumento delle probabilita’ richiede una forte attenzione, sia in vista della riunione del G8 all’Aquila. “Questo aumento non ci ha sorpreso perché – spiega Marzocchi – e’ normale avere queste variazioni. Non abbiamo mai visto una sequenza sismica che non ne avesse”. E’ accaduto per esempio nel terremoto in Umbria del settembre 1997, che ha fatto registrare repliche di forte intensita’ anche a distanza di mesi, come la scossa di magnitudo 5,2 dell’aprile 1998. Anche nel terremoto del 1976 in Friuli ci sono stati eventi analoghi. Dall’inizio di giugno, quindi, i sismologi stanno registrando un aumento probabilistico di forti scosse che oscilla dal 39% al 26%. Quest’ultimo valore, ad esempio, e’ stato stimato il 15 giugno, mentre i dati sismici dell’ultima settimana portano ad una previsione probabilistica del 31%.