CAMPOTOSTO, IL GIALLO DELLA FAGLIA ATTIVA

campotostoRiportiamo un articolo del 05/05/2008 da Il Messaggero.it

CAMPOTOSTO, IL GIALLO DELLA FAGLIA ATTIVA
di Maurizio Di Biagio

Esiste una faglia attiva “silente” che interessa i Monti della Laga, anzi prossima alla diga di Rio Fucino sul lago di Campotosto. “In caso di attivazione e quindi di terremoto – spiega uno studio del geologo della Provincia di Teramo, Alessandro Venieri – con il possibile collasso della diga si avrebbero ripercussioni a valle sui numerosi abitati presenti nel territorio teramano”. Una minaccia, sebbene aleatoria, [forse oggi nessuno oserebbe definirla “aleatoria”, NdR] che incombe però sull’intera vallata del Vomano. Per faglia attiva s’intende una frattura del terreno che mostra evidenze di movimento relativo tra le due masse rocciose da essa divise in tempi geologici recenti: una delle più famose faglie attive e’ senza dubbio quella di Sant’Andrea in California.

Dunque, appunto per l’ipotetico pericolo, ed in un quadro normativo poco chiaro, che in data 5 luglio 2006 fu inviata dalla Provincia di Teramo, una lettera indirizzata sia alla Protezione Civile della Regione Abruzzo, che a quella nazionale, e per conoscenza all’INGV, al RID di Perugia, alla Prefettura di Teramo e all’ENEL di Montorio al Vomano, nella quale s’invitava a concertare future azioni e, almeno nella loro sfera di competenza, ad intraprendere le dovute iniziative.

Finora all’appello ha risposto solo l’ENEL di Montorio (gestore dell’impianto) che afferma in pratica che “la faglia in prossimita’ della diga e’ a distanza tale da non interferire con essa”. “La faglia – fa invece notare Venieri – a seguito anche dei rilievi fatti dai ricercatori Galli e Galadini, attraversa probabilmente il lago ma non si e’ ancora accertato se coinvolge l’imposta della diga che e’ quasi in direzione dei due segmenti”.

La Protezione Civile della Provincia di Teramo ha effettuato uno studio sulle possibili ripercussioni di un’esondazione in caso di cedimento della diga: “E’ molto utile conoscere i tempi di percorrenza, al fine di poter capire come approntare al meglio un modello operativo di intervento per l’evacuazione degli edifici potenzialmente coinvolti”.

Il PAI regionale ovviamente prevede vincoli edificatori ma non in questo caso: e’ l’esempio anche della faglia che interessa l’abitato di Coppito e lo stesso INFN, il laboratorio di fisica nucleare sotto le viscere del Gran Sasso, altro punto dolente. Per poter meglio individuare dove tali “rotture” passino c’e’ bisogno di eseguire studi specifici che, ad esempio, nella Regione Umbria hanno gia’ permesso lo spostamento di una scuola, memori anche della tragedia del crollo della scuola in Molise.

La speranza e’ che l’Abruzzo si doti di questi studi.